“Il Piano D prevedeva lo Smascheramento Totale. Bisognava aprire gli occhi ai gonzi. Mostrare loro la ruota truccata di Vita-Tempo-Fortuna. Assaltare lo Studio della Realtà. E rifilmare l'universo.” ... “...Il ciclotrone elabora l'immagine- E' il principio del microfilm - immagini sempre più piccole, sempre più numerose in sempre meno spazio compresse con il ciclotrone fino a trasformarsi in polvere cristallina d'immagini- In questo modo possiamo portarci via tutto 'sto pianeta del cazzo dentro un copridito su per il culo..." (W.S.Burroughs. Nova Express.1964).

 

SPIRITUALITA'



La spiritualità è la capacità di immaginare l'esistenza oltre il visibile, più in profondità dentro ad un labirinto di connessione e assonanze o collisioni. Immaginare viaggi attraverso la nostra terra, il pianeta e il buio cosmico, i pensieri dedicati al nostro doppio, la morte. Connettersi a una conoscenza antica e primordiale e cercarne le tracce oggi. Le poesie di Jack Kerouac sono tra le parole spirituali più incantevoli. Sono sutra pubblicati nel 1960. Si dice che siano ispirate al Buddismo, ma c'è molto di più. Molto.


La Scrittura Dell' Eternità Dorata

I

Ho creato quel cielo? Sì, perché, se era

cosa diversa da un concetto della mia mente

non avrei detto”Cielo”-Ecco perché io sono

l'eternità dorata. Qui non siamo in due, lettore e scrittore, ma uno, l'eternità dorata.

Uno-Che-E'-Quella-Che-E'-Tutto.

IV

Fui risvegliato a indicare la via, prescelto a

morire nel degrado della vita, poiché sono

Dorata Mortale Eternità.

V

Io sono la dorata eternità in animata forma mortale.

VI

In senso stretto, il mio io non esiste, poiché tutto è

vuotezza. Sono vuoto, sono non-esistente.

Tutto è beatitudine.

IX

Chi Comprende. Non considerate nessuna immaginazione,

perché la cosa è non-cosa. Sapere questo sarà

Deità Umana.

X

Questo mondo è il film di quanto tutto è,

l'unico film, della stessa sostanza

da cima a fondo, non appartiene a nessuno, ciò che è quanto

tutto è.

XII

Dio non è al di fuori di noi ma proprio noi, i

vivi e i morti, i mai-vissuti e

mai-morti. Questo dovremmo apprendere solo ora, è

realtà suprema, scritta tanto tempo fa

negli archivi della mente universale, è già

fatto, non c'è altro da fare.

XV

La lezione impartita remotamente in altri

sistemi cosmici che per natura si sono mutati

in ciò che è vuoto e desto, e sono qui

ora a sorridere nel nostro sorriso e a incupirsi nella

nostra cupezza. Si addice solo all'eternità dorata

fingere di sorridere e incupire con

se stessa, come un'onda sul levigato oceano della

conoscenza. Il fato dell'umanità è dissolversi

nella dorata eternità, tornare sgorgando nelle

sue mani che non sono mani. L'ombelico

riceverà e invertirà, riprendendosi quello

che aveva promanato; si chiuderà l'anello di carne; i caratteri

di eroi morti da tempo sono terriccio inerte.

XVI

Importante è l'attesa, non l'agio

con cui aspettiamo. L'uomo paleolitico aspettava in

caverne di comprendere la propria esistenza,

e cacciava, i moderni aspettano in abbellite

dimore cercando di dimenticare morte e vita. Noi

aspettiamo di comprendere che questa è la

dorata eternità.

(Trad. Massimo Bocchiola)




COVID-19

(La metamorfosi del reale)




I virus che ci colpiranno in futuro esistono già. Se ne stanno in agguato nelle giungle dell'Africa o nei mercati dell'Asia". Così leggevo qualche tempo fa casualmente...lo diceva qualcuno dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sorgenti di nuovi microbi, animali incubatori, Il salto di specie, epidemie globali, la guerra batteriologica...ed eccoci: la pandemia del COVID-19.
Mentre scrivo non si sa come andrà a finire, nemmeno quale futuro insegnamento o ammonimento la nostra specie dedurrà da questo epidemia. Sopratutto se dedurrà.
Un pianeta ricoperto di spazzatura, di merci, modellato dalla guerra permanente più o meno anestetizzata/ante, chiazzato di tendopoli e profughi...e abitato da una bella fetta di umanità che se ne sta in mondo visione/internet perpetua facendo quasi finta di non assistere a questo violento spettacolo, pascolando smemorata.
Questa la normalità. Ho i miei dubbi che il COVID-19 scalfisca la mente di gran parte della nostra specie.
Alla nostra specie converrebbe ammettere che su questo pianeta operano ancora leggi indipendenti dal suo volere e spesso misteriose.
La pretesa d'onnipotenza è un' Illusione ottica umana.
Si cerca nell'immenso universo, si costruiscono piramidi, arte e tecnologie monumenti ed emblemi a se stessi, mentre al resto del pianeta non importa niente.
Contemporaneamente vivono e pullulano popolazioni invisibili di miliardi di milioni di esseri viventi con una creatività genetica efficiente e dinamica.
E i virus sono una parte di essi.
Spesso sono portatori di morte e malattia...ma non è forse la nostra specie la feccia di questo pianeta, che depreda, uccide le altre specie, che colonizza distruggendo consapevolmente?
Consapevolmente.
Bisognerebbe finirla con tutto questo antropocentrismo.
Non guardare solo a se stessi ma alla creazione nel suo complesso.
Insomma darsi una bella ridimensionata, smettere di darsi così tanta importanza.
Che la creazione e la vita sia ordinata e controllabile poi è un'altra illusione ottica umana.
La creazione è caos, uno stupefacente e sovrumano caos spontaneo, da avvicinare con arte e poesia: una combinazione e una disposizione mentale che abolisce i confini, è libertà, sperimenta nuovi linguaggi, accende un contagio intellettuale.
Il poeta appartiene ad un ordine antico...per primo si è preso cura dell'animo e di un linguaggio che ci ha aiutato ad uscire dall'abbrutimento.
L'arte e il suo linguaggio ha da sempre restituito una totalità al mondo rispetto alla parzialità della quotidianità della vita. E il sogno.
In questi giorni in cui popolazioni mondiali sono rinchiuse nei loro bunker più o meno domestici, nelle città sono riapparse le coccinelle, l'aria è limpida, i fiumi trasparenti...e di notte il cielo è di nuovo stellato. Meravigliamoci.



FANTASTIC HERBARIUM

MailArt Call
International Ehxibition
Deadline 1th September 2020

Italy





Disegnare un grande erbario inventato, un inno alla fantasia che gioca con la natura.
Un progetto che si ispira ai volumi degli erbari dei botanici del passato per crearne uno fatto di figure architetture nuove e tassonomie immaginarie.

Drawing a great invented herbarium, a hymn to the imagination that plays with nature.
A project inspired by the botanical herbarium volumes of the past to create one made up of new figures architectures and imaginary taxonomies.

FOR INFO WRITE ME:
fbandini71@gmail.com




BEAT HIPPIE YIPPIE

Sembra un periodo lontano quello, ma in realtà non lo è.
E' vero: il capitalismo, il potere in quegli anni imponeva, reprimeva usava la violenza in modo tangibile. Adesso invece seduce, conduce a sé, con la moda, le nuove tecnologie veloci, smart and cool, accende i desideri. Il consumismo non vende più cose, ma marchi, esperienze, svaghi...è più “artistico”, affettivo e incantatore. Si appoggia sul sogno di fugaci piaceri narcisisti umani innescando il desiderio di compiacere e mettersi in mostra. Ultima versione della “Società dello Spettacolo” il potere seducendo cannibalizza ogni aspetto, dall'economia alla politica, l'educazione i social. Il “Mi Piace”. Una bella messinscena che seduce senza apparente coercizione.
E poi sembra che il sistema riesca a riassorbire quasi tutto, anche quegli anni in cui invece in profondità veniva messo in discussione, estetizzando anche quegli giorni, facendone gadgets, design, documentari nostalgici ecc...
Ma un bel viaggio vero in quel periodo non fa male, anzi, e questo libro, che raccoglie articoli e interventi di Fernanda Pivano scritti nel mentre le cose succedevano, a da lei che li conosceva, i fatti e le persone, può essere un inizio.
La scelta segue quasi una parabola: da Henry Miller che in qualche modo “c'entra”, alla galleria dei personaggi, Ginsberg, McClure, Corso, Ed Sander, Kerouac ecc..
Forse per la prima volta nella storia è accaduto che artisti di “generi” diversi ( scrittori, poeti, registi, pittori, musicisti, coreografi, musicisti...) fossero accomunati in una totale coerenze di idee e che la loro nuova visione cominciasse a disintegrare la solidità dell' america.
Tutti furono perseguitati e denunciati, tantissimi si sono fatti il carcere (anche il manicomio vedi Allen Ginsberg), hanno rifiutato il denaro, hanno usato il coraggio, la disobbedienza civile creativa e non violenta. Hanno utilizzato la consapevolezza per ritrovare un bandolo nell'alienazione che sta livellando il mondo globale, con il jazz prima e il rock dopo, l'espansione della coscienza, lo Zen e gli allucinogeni. Sono nate le riviste underground contro l' alienazione degli uomini e donne dalla società dei consumi, i movimenti contro le guerre paranoiche e le bombe nucleari, il conformismo e burocratizzazione, la narcosi della società del benessere e l' aridità spirituale scaturita dalla tecnocrazia del pensiero. Il Flower Power contro la distruzione del pianeta, fiori invece di armi, fantasia invece di violenza, immagini invece di stereotipi.
Ma anche il razzismo, la nascita dell'orgoglio afroamericano, MLK, Marcus Manasseh Garvey...il Black Power.
Infine la discesa della parabola con la non-violenza fagocitata da religioni o partiti, la nascita delle organizzazioni estreme e terroriste, mentre intorno dilaga la pornografia della guerra, e l' ipercontrollo del potere industriale/militare delle nazioni.

E' la poesia, il coraggio, l'amicizia e la musica il filo che ci lega. Il mondo da inventare.

La ruota della tremante concezione della carne
Gira nel vuoto espellendo esseri umani
Porci, tartarughe, rane, insetti, pidocchi
Topi, cimici, lucertole, talpe, uova di pesce
Cavalli da corsa, sifilitiche zecche di porci bucolici,
orribili innominabili pidocchi di avvoltoi,
Sanguinose armate di cani all'attacco
Dell' Africa, rinoceronti vaganti nella giungla,
Grandi orsi e enormi giganteschi
Elefanti, arieti, aquile, condors
Cavallini e porcospini e Pillole:
Tutta l'infinita concezione di esseri viventi
Che azzannano ovunque la coscienza
attraverso le dieci direzioni dello spazio,
Occupando ogni quartiere dentro e fuori,
Dal supermicroscopico non-insetto
All'enorme anno luce della Galassia
Che illumina il cielo di una mente.
POVERO! Vorrei essere libero
da quella ruota di carne che mi fa schiavo,
al sicuro, morto in Paradiso.

(Jack Kerouac. Mexico City Blues)








1978-2018 (IV)
JONESTOWN



La vicenda è più o meno nota. A Jonestown nella giungla della Guyana nord-occidentale il 18 novembre 1978 avvenne il più numeroso suicidio di massa documentato della storia. Ci sono stati altri esempi di suicidio di massa, alcuni famosissimi altri meno noti, ma tutti legati però ad episodi di guerra quando parte di una popolazione lo fece per non cadere in mano nemica o per l'umiliazione della resa.
A Jonestown il reverendo Jim Jones aveva fondato “Il Tempio dei Popoli”, una setta organizzata a comunità agricola formata da adepti reclutati dalla popolazione povera ed emarginata di San Francisco e dintorni. Molti erano afroamericani ghettizzati dal razzismo. Per il reverendo la Bibbia era stata scritta dai bianchi per i bianchi, ma non più da lì in avanti. In quell'anno un membro del Congresso e tre giornalisti inviati a Jonestown per indagare dal Congresso americano vennero uccisi mentre tentavano di ripartire. Qualcuno afferma che quell'episodio accelerò i tempi per quel suicidio di massa che comunque era già stato “preparato”, una fine ineluttabile per accedere ad una specie di paradiso: il reverendo Jones convinto di essere accusato di omicidio e per paura che la setta sarebbe stata smantellata ordinò il suicidio.
“Suicidio rivoluzionario...per la vittoria del popolo, per il socialismo, per il comunismo...per la libertà degli oppressi”. La terra promessa. L'utopia. Una truffa tessuta da un carismatico predicatore sfociata in un inferno. Quel giorno Jones piazzò in mezzo alla “comune” un bidone riempito di succo di frutta, cianuro, valium ed anestetici dove prima si abbeverarono i bambini e dopo i genitori. Chi tentò di sfuggirgli venne ucciso a colpi di mitragliatrice. L'esercito accorso contò 909 vittime.
Un bell'esempio di gestione del potere attraverso una comunicazione di massa vicina forse all'
ipnosi e al sonnambulismo, ma che sconcerta per la dedizione di un gregge in stato patologico.
Questo dopo Hitler. Poveri che sono morti lo stesso.



1918-2018 (III)



SEMPRE


                                        Sempre
Andremo più lontano senza avanzare mai

E di pianeta in pianeta
Di nebulosa in nebulosa
Il don Giovanni delle mille e tre comete
Pur senza muoversi dalla terra
Cerca le forze nuove
E prende sul serio i fantasmi

E tanti universi si obliano
Chi sono i grandi obliatori
chi mai riuscirà a farci obliare questa
                     [o quella parte di mondo
Dov'è il Cristoforo Colombo cui dovremo
                      [l'oblio d'un continente

                               Perdere
Ma perdere veramente
Per far posto alla trovata
                             Perdere
La vita per trovar la Vittoria

(trad. Giorgio Caproni)

Morto a Parigi a 38 anni a causa della spagnola e della ferita alla testa trapanata poco prima.
Poeta fantasioso che sostenne tutte le imprese artistiche del suo tempo nella Parigi dei pittori e delle avanguardie pre-e-post surrealiste, amante del circo e dei balletti russi.
Apatride, combatté la Grande Guerra, un po' forse per riconoscenza verso la Francia, un po' per ottenerne la naturalizzazione, un po' per un' illusione, un dramma feroce poi e una tragedia.
Uno tra decine di artisti-personaggi che vissero con coraggio tra i caffè di Parigi, tra sogni più potenti della povertà e del freddo, funamboli veri della vita, di quelli che ora non puoi trovare tra le strade, ma solo nelle biblioteche.




IL MUTO. 
L'UNICO CINEMA POSSIBILE.





Nessun inizio/nessuna fine/nessuna direzione/nessuna durata. Il video come la mente.”
(Bill Viola)

Il cinema è già morto da tempo. Inteso come arte, come fatto estetico. Televisione, internet, paytv, serie ecc...lo hanno impacchettato in una fruizione standard e stordente. Recita se stesso in mondovisione permanentemente, vendibile in qualsiasi momento, disponibile in qualsiasi circostanza, ogni secondo nell'era elettronica. La vita stessa delle persone pare scimmiottare questo cinema: selfie, foto, smarphone...centinaia d'immagini da postare all'istante nei social, dominati dalla mania di registrare e riprodurre la propria vita minuto per minuto sostituendo la “vita vissuta” con la “vita rappresentata”. Insomma il cinema inteso come tecnica, riproduzione-elettronica, ha invaso il mondo, è diventato quasi l'apparato totale totalizzante, i dispositivi video sono dappertutto quando paradossalmente lo spettatore è quasi sparito, ha perduto il suo luogo, la sua sala cinematografica.
Allora riflettiamo sul cinema delle origini, quello muto, girato su pellicola bianco/nero che ancora ipnotizza come un sogno raccontato: quella epopea di un arte esclusivamente visuale guardata adesso emana tutta la sua innocente e strampalata fantasticheria, è una poesia e mitologia visiva pura che riaccende l'immaginazione. Quelle immagini viste adesso dicono con più profondità, si diffondono con più libertà rispetto a quando furono create.
La sua storia è fatta di scienziati pionieri, improvvisati avventurieri assetati di soldi che cercano di sfruttare la scoperta dell'invenzione del cinema, comiche, artisti Dada e Surrealisti, inarrivabili dive di Hollywood, dissesti e fallimenti, sperimentatori sovietici e scuri maestri nella Repubblica di Weimar. Ma sopratutto è una preistoria ancora quasi del tutto sconosciuta e misteriosa: esistono migliaia di cassette, scatole, archivi piccoli o grandi sparsi nel mondo da scoprire e dissotterrare come fa l'archeologia a caccia di reperti, ancora nascoste in granai, rigattieri, resti d'incendi e cantine metri di bobine mai viste aspettano di essere riportate alla luce. Moltissimo è andato perduto per sempre, poiché il nitrato di cellulosa è infiammabile, tende all'autocombustione, la stessa caratteristica della polvere da sparo.
C'è chi ha ridato nuova vita a queste immagini rimontandole ( found footage)...Bill Morrison, Segundo De Chomòn ecc...creando altro cinema. Ma ancora più interessante è riappropriarsi dello spirito e della visione di quel cinema, il muto come unica garanzia della purezza dell'immagine e della sua universalità (solo così è inteso a tutti gli angoli del mondo), il bianco/nero come messa in scena del mondo dell'immaginazione, l'ombra la luce e le sfaccettature del diamante.
Sbarazziamoci della narrazione, lasciamo le immagini alla deriva, alle loro apparizioni e fantasmagorie, lasciamole ad una nuova mitologia visiva. Provvediamo a qualcosa di più arcaico.
Lasciamo la visione alla sperimentazione di pionieri. Non c'è più niente da filmare, niente da raccontare, ma creare una trama d'immagini, un flusso puro e fantastico. L'unico cinema possibile.