“Il Piano D prevedeva lo Smascheramento Totale. Bisognava aprire gli occhi ai gonzi. Mostrare loro la ruota truccata di Vita-Tempo-Fortuna. Assaltare lo Studio della Realtà. E rifilmare l'universo.” ... “...Il ciclotrone elabora l'immagine- E' il principio del microfilm - immagini sempre più piccole, sempre più numerose in sempre meno spazio compresse con il ciclotrone fino a trasformarsi in polvere cristallina d'immagini- In questo modo possiamo portarci via tutto 'sto pianeta del cazzo dentro un copridito su per il culo..." (W.S.Burroughs. Nova Express.1964).
1968-2018 ( I )




Oggi “2001: A Space Odyssey” di Kubrick compie 50 anni. Un' immersione dentro una Sala Visiva d'eccellenza, dentro un congegno ottico perfettamente calcolato. Il linguaggio puro delle immagini, lucido e imperturbabile. Ipnosi. Il nero monolite vaga, l'enigma fluttua nell'universo dopo l'apparizione all'alba dell'umanità fuori dalla grotta di un gruppo di ominidi. Si perde nel muto assoluto dello spazio buio ed infinito. E i silenzi assoluti improvvisi nell'audio e le musiche del film sono la parte fondamentale della colonna sonora, mai il silenzio ha così impressionato, mai si è così concretizzato facendosi reale. Fuori tutto galleggia, avanza nello spazio, è la danza dello spazio cosmico. Questo lo spazio esterno. Negli interni invece è rivestito di bianco e argento, fatto di tecno-arredi, ambienti optical e design tecnologico minimale, opaco. Un design che riveste tutto il film, dal grande, le astronavi e le basi spaziali, al più piccolo, la penna stilografica che fluttua nel vuoto. La grafica futuribile degli schermi di controllo, della strumentazione di bordo, delle etichette di sale comandi. L'odissea ruota attorno all'ignoto fino ad avanzare nell'oscurità cosmica sulle note malinconiche dell' adagio, la suite dal balletto Gayane, attraversa lo psichedelico stargate, stelle, nebulose, ottaedri e panorami per il mistero del viaggio nel Tempo, dopo che l'intelligenza artificiale di Hal ha ucciso. Attraversati i mondi si approda infine nella scena della camera chiusa in stile Impero: le poltrone, il letto, le statue nelle nicchie e gli stucchi Luigi XVI assemblati assieme al pavimento in plexiglas luminoso, alla bianca capsula sferica e alla tuta arancione di Bowman. La natura umana il destino l'umanità. Il feto cosmico, il Bambino-delle-stelle.
Mi ricordo di me ipnotizzato quando bambino l'ho visto dentro la sala cinematografica.
Il viaggio attraverso l'ignoto continua.