DA “ TERRE OCCINDENTALI” DI
WILLIAM BURROUGHS:
"[…] Allora il Dio Uno, sostenuto dal
potere secolare, viene imposto alle masse nel nome dell'Islam, del
Cristianesimo, dello Stato, perché tutti i leader secolari aspirano
a essere l'Uno. Essere intelligenti ed osservatori sotto una simile
cortina di oppressione significa essere “sovversivi: “Cosa stai
guardando?”.
E i vecchi Dei tireranno avanti una
stentata, degradata esistenza come folclore per turisti.
“Bambola vudù, signore? Testa
mummificata? Osso appuntito? Molto spolco! Molto folte!”
Il Dio Uno può attendere. Il Dio Uno è
il Tempo. E, col Tempo, ogni essere che sia spontaneo e vivo
appassirà e morirà come una vecchia barzelletta. E cosa rende
vecchia e morta una vecchia barzelletta? La ripetizione verbale.
Allora chi ha fatto tutte le
meravigliose creature, i gatti e i lemuri e i visoni, le agili
delicate antilopi, il micidiale crotalo azzurro, gli alberi e i
laghi, i mari e le montagne? Coloro che sanno creare. Nessun
scienziato se li saprebbe immaginare.
Hanno voltato la schiena alla
creazione.
Bambola vudù, signore?
Riempila di chiodi
Avrai un buon vudù
Infallibile
Testa mummificata?
Ci cresceranno i capelli
Osso appuntito?
Molto spolco
Molto folte
Naturalmente i saggi dell'Occidente
danno per scontato che gli Dei animali degli Egiziani siano fantasie
di gente primitiva e arretrata, che non ebbe i vantaggi delle
gloriose conquiste della Rivoluzione Industriale, una rivoluzione in
cui un prodotto umano standardizzato spodesta se stesso e rimpiazza
la propria specie con macchine. (Sono incomparabilmente più
efficienti.)
A ogni modo, tutte le fantasie hanno un
fondamento di realtà. Io mi arrischio a suggerire che in qualche
tempo e luogo gli Dei animali siano veramente esistiti, e che la loro
esistenza abbia dato origine al loro culto. A questo punto il
concetto monolitico del Dio Uno si è proposto di schiacciare una
rivoluzione biologica che avrebbe potuto spezzare le linee stabilite
tra le specie, accelerando così un inimmaginabile caos, orrore,
gioia e terrore, ignote paure e estasi, vertigini sfrenate di
esperienze estreme, incommensurabili vittorie e sconfitte, spaventosi
vicoli ciechi.
Coloro che hanno fiutato alla nascita
simili braci, cosa hanno a che fare con noi?
Il culto del Falco, occhi azzurri aspri
e spietati come il sole; i culti del Gufo, dagli enormi occhi gialli
notturni e i fortissimi artigli aghiformi; donnole volanti e
rettili...
Ma il Dio Uno ha tempo e influenza.
Pesante come le piramidi, incommensurabilmente compatto, il Dio Uno
sa attendere. I Molti Dei possono aver a disposizione un periodo di
tempo non più lungo di quello della farfalla, fragile e triste come
una barca di foglie morte, o dei pipistrelli trasparenti che emergono
una volta ogni sette anni a riempire l'aria con impossibili turbini
di profumi. [...]"