LA NOTTE
1. Ricordo una vechia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'agosto torrido, con il lontano rifrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo. Archi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato in magre stagnazioni plumbee: sagome nere di zingari mobili e silenziose sulla riva: tra il barbaglio lontano i un canneto lontane forme ignude di adolescenti e il profilo e la barba giudaiaca di un vecchio: e a un tratto dal mezzo dell'acqua morta le zingare e un canto, da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante: e del tempo fu sospeaso il corso...
[ Inizio de "La Notte" nei Canti Orfici, Dino Campana]