IL MUTO.
L'UNICO CINEMA POSSIBILE.
L'UNICO CINEMA POSSIBILE.
“Nessun
inizio/nessuna fine/nessuna direzione/nessuna durata. Il video come
la mente.”
(Bill Viola)
Il cinema è già
morto da tempo. Inteso come arte, come fatto estetico. Televisione,
internet, paytv, serie ecc...lo hanno impacchettato in una fruizione
standard e stordente. Recita se stesso in mondovisione
permanentemente, vendibile in qualsiasi momento, disponibile in
qualsiasi circostanza, ogni secondo nell'era elettronica. La vita
stessa delle persone pare scimmiottare questo cinema: selfie, foto,
smarphone...centinaia d'immagini da postare all'istante nei social,
dominati dalla mania di registrare e riprodurre la propria vita
minuto per minuto sostituendo la “vita vissuta” con la “vita
rappresentata”. Insomma il cinema inteso come tecnica,
riproduzione-elettronica, ha invaso il mondo, è diventato quasi
l'apparato totale totalizzante, i dispositivi video sono dappertutto
quando paradossalmente lo spettatore è quasi sparito, ha perduto il
suo luogo, la sua sala cinematografica.
Allora riflettiamo
sul cinema delle origini, quello muto, girato su pellicola
bianco/nero che ancora ipnotizza come un sogno raccontato: quella
epopea di un arte esclusivamente visuale guardata adesso emana tutta
la sua innocente e strampalata fantasticheria, è una poesia e
mitologia visiva pura che riaccende l'immaginazione. Quelle immagini
viste adesso dicono con più profondità, si diffondono con più
libertà rispetto a quando furono create.
La sua storia è
fatta di scienziati pionieri, improvvisati avventurieri assetati di
soldi che cercano di sfruttare la scoperta dell'invenzione del
cinema, comiche, artisti Dada e Surrealisti, inarrivabili dive di
Hollywood, dissesti e fallimenti, sperimentatori sovietici e scuri
maestri nella Repubblica di Weimar. Ma sopratutto è una preistoria
ancora quasi del tutto sconosciuta e misteriosa: esistono migliaia di
cassette, scatole, archivi piccoli o grandi sparsi nel mondo da
scoprire e dissotterrare come fa l'archeologia a caccia di reperti,
ancora nascoste in granai, rigattieri, resti d'incendi e cantine
metri di bobine mai viste aspettano di essere riportate alla luce.
Moltissimo è andato perduto per sempre, poiché il
nitrato di cellulosa è infiammabile, tende all'autocombustione, la
stessa caratteristica della polvere da sparo.
C'è chi ha ridato
nuova vita a queste immagini rimontandole (
found footage)...Bill Morrison, Segundo De Chomòn ecc...creando
altro cinema. Ma ancora più interessante è riappropriarsi dello
spirito e della visione di quel cinema, il muto
come
unica garanzia della purezza dell'immagine e della sua universalità
(solo così è inteso a tutti gli angoli del mondo), il bianco/nero
come
messa in scena del mondo dell'immaginazione, l'ombra la luce e le
sfaccettature del diamante.
Sbarazziamoci
della narrazione, lasciamo le immagini alla deriva, alle loro
apparizioni e fantasmagorie, lasciamole ad una nuova mitologia
visiva. Provvediamo a qualcosa di più arcaico.
Lasciamo
la visione alla sperimentazione di pionieri. Non c'è più niente da
filmare, niente da raccontare, ma creare una trama d'immagini, un
flusso puro e fantastico. L'unico cinema possibile.