“Il Piano D prevedeva lo Smascheramento Totale. Bisognava aprire gli occhi ai gonzi. Mostrare loro la ruota truccata di Vita-Tempo-Fortuna. Assaltare lo Studio della Realtà. E rifilmare l'universo.” ... “...Il ciclotrone elabora l'immagine- E' il principio del microfilm - immagini sempre più piccole, sempre più numerose in sempre meno spazio compresse con il ciclotrone fino a trasformarsi in polvere cristallina d'immagini- In questo modo possiamo portarci via tutto 'sto pianeta del cazzo dentro un copridito su per il culo..." (W.S.Burroughs. Nova Express.1964).


La piccolissima mostra con la quale gli Uffizi pare omaggino i cento anni della Rivoluzione russa.

Nelle quattro sale scorrono quattro epici film in bianco e nero di Ejzenstejn sul muro, murales in movimento.

Nel mezzo i disegni.

Aleksandr Nevskij.

I disegni dove Ejzenstejn immagina le scene della celebre battaglia al lago Peipus, quella dove la lugubre immagine dei cavalieri teutonici, i loro sacerdoti spettrali tra i quali emerge il macabro Monaco Nero, simboli della forza nazista, vengono inghiottiti quando il ghiaccio si scioglie.

Quelle scene che rimandano anche alla battaglia di San Romano di Paolo Uccello che abita permanentemente al piano di sopra.

Provengono dall'Archivio Statale di Letteratura e Arte di Mosca (RGALI).

E la musica...con l'orchestrazione del suo amico Prokofiev.
















 


Lui e Majakovskij appassionati per gli oggetti meccanici, ricorsero ai cartelloni, alle maschere.

C'è questo, ma sopratutto un segno semplice e puro, ma non fumettistico, dove la movenze, le spirali e i segni delle scene del combattere sono sottolineate con il tratto rosso, la linea rossa come una geometria dell'avanguardia della Rivoluzione Russa, netta e lineare.

E poi la tradizione popolare della vecchia russia, quella plasticità, quel pathos, qualche figura umana in posizione d'estasi.

E l'amore per la linearità sintetica dell'arte italiana del tardo Medioevo e del Rinascimento. Per ciò gli Uffizi.

Possono vivere in autonomia e entrare ed uscire dal flusso d'idee che dialoga con i film.

Chissà dove sono nati quei disegni, in quale luogo, quale situazione quando la mente immaginava i suoni, i silenzi e le urla di quel campo di battaglia in mezzo a quel territorio ghiacciato. 

LA CAVERNA

DI PINOT-GALLIZIO, IL FARMACISTA, CARAMELLIERE, ERBORISTA, RE DEGLI ZINGARI...

“ Caro amico Drouin,
grazie molto della vostra gentile lettera, (…). Il nostro fine è l'intesa universale fra gli artisti liberi e sperimentali o con chiunque ami la poesia-Voi siete poeta-e quindi un mio amico. Allora io parlo all'amico Drouin- al quale vado a chiarire le mie idee sull' Antimondo:
1°) Einstein ideò la materia e il suo enigma come una scatola chiusa. L'uomo cercando di rubare il segreto tentò e tenta dall'esterno di stabilire uno schema- un'immagine -nella scatola non può entrare, e che il segreto non lo ha capito-e che tutto il lavoro che ha fatto si è trasformato in progresso portandogli solo un'infinita noia.
2°) Io al contrario m'immagino di trovarmi di già nella scatola-magica e come un poliziotto indagare-cercare-scoprire in una intimità stravagante l'immane segreto-ben sapendo che non ne uscirò-ma se riuscissi a uccidere la noia?
Nel 1949 quando si scoprì l'antiparticella il fisico italiano Pannaria (vedi Jorn “Pour la forme”) ideò una specie di teatro cosiddetto di scambio retroscena (antimateria) Palcoscenico (ove avvengono le scene di scambio) Platea (mondo-quello che conosciamo e vediamo noi atomi-molecole-elettroni ecc.) grossomodo questo teatro fisico fu l'idea la scintilla che mi fermentò e certamente la base della vita di domani-questo antimondo bisognava pure tradurlo in forma descriverlo magari in una struttura infantile ma fortemente poetica-questo è quanto ho fatto e che la gente di Alba ha capito-Parigi non vorrà certo essere inferiore alla mia gente-Si tratta semplicemente di capire che i tempi che corrono non sono che la preistoria della cosiddetta era atomica e che gli uomini moderni si trovano nelle medesime condizioni di terrore dei fatti materiali come gli uomini del Paleolitico la gente delle caverne che […] dalla grande Paura disegnavano e dipingevano con acuto senso magico le loro caverne anche loro per scoprirne l'enigma. Così oggi io piccolo mago dell'antimondo cerco di descriverlo e creo la mia caverna-scatola con senso magico-esattamente come loro-impaurito come loro e credo che il mio linguaggio sia sincero magico e reale-anzi interreale è per questo che il mio giuoco è terribilmente semplice e quindi emotivo-irrazionale fantastico-unico artistico e quindi irripetibile almeno come gesto-è il gotico che continua-mai finito che tutti gli uomini possono continuare-variare emozionare ogni giorno-Nella mia caverna basterà uno specchio concavo o convesso per creare un labirinto-a nostro piacere un gioco di luce creerà nuove immagini fantastiche-sarà la luce ultravioletta-normale-infrarossa calda-alta-bassa-o riflessa con superficie metallica esterna...[...]...Il futuro avrà così la sua cattedrale rudimentale ed imperfetta. […] ”


Alba del piemonte
Zona libera dell'antimondo”
8 dicembre 1958
Lettera di Pinot Gallizio
Publication of the book 

“The International Hospital”

By Bandini Fabrizio 
(Graphic design, layout and editing by Massimo Rubino ECO)


Crownfunding for the printing





 
This is my first book.

This version is pocketable.
There is also a project in initial elaboration for a " Artist's Book" or "Illustrated Book" version to be considered in the future.
This story was written following the inventive capacity of the word.
The
image dominates with its ambiguity.
Written by a "non-writer", by a visual impulse.

 
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