“Il Piano D prevedeva lo Smascheramento Totale. Bisognava aprire gli occhi ai gonzi. Mostrare loro la ruota truccata di Vita-Tempo-Fortuna. Assaltare lo Studio della Realtà. E rifilmare l'universo.” ... “...Il ciclotrone elabora l'immagine- E' il principio del microfilm - immagini sempre più piccole, sempre più numerose in sempre meno spazio compresse con il ciclotrone fino a trasformarsi in polvere cristallina d'immagini- In questo modo possiamo portarci via tutto 'sto pianeta del cazzo dentro un copridito su per il culo..." (W.S.Burroughs. Nova Express.1964).



IL TEMPO

Medita assiduamente sulle immagini che gli antichi ci hanno lasciato. Esse indicano la via di quel che ha a venire”.
Da “Il Libro Rosso” di Carl Gustav Jung

Immense girandole che si estendono nello spazio per migliaia di anni luce.
I nostro occhi ancora fissano dentro il cielo sopra di noi, cercano rovistano nell'immensità del nero velluto dell'universo.
Ma osservare lontano nello spazio equivale a guardare indietro nel tempo. L'immagine di galassie e corpi luminosi remotissime ci racconta come apparivano questi oggetti nell'Universo primordiale. E' semplice: la luce viaggia con velocità finita, maggiore è la distanza che ci separa ad esempio da una galassia, tanto maggiore sarà il tempo necessario alla luce per coprire questa distanza. Così l'immagine che riceviamo si riferisce al passato. Un fatto è già accaduto, ma l'immagine è ancora lì per i nostri occhi. Guardando il cielo vediamo adesso ciò che è già avvenuto. Occhi, immagine, luce...di questo è fatto il Tempo. Non un concetto...ma occhi, immagine, luce.
Le immagini del passato, sono proprio lì difronte ai nostri occhi.
Una germinazione di forme e sistemi compositivi fatta di materia, spazio oggettività e informale sviluppa il suo misterioso linguaggio in un flusso d'immagini. Vere e proprie immagini viventi perché appartengono al passato come al futuro, e poi proprio adesso, nel sempre dell' adesso fluttuano nelle loro apparizioni e fantasmagorie. Le immagini si espandono. Il Tempo fatto di questo moto perpetuo d'immagini che si autogenerano, passando da un mondo ad un altro, fatto della visione di questo flusso di energia.
Anche Benjamin nei “Passages” parla di come nel passato c'è già come un'invisibile profezia sul futuro, e lui lo esprime usando le immagini e la potenza delle immagini.
Per secoli col guardare abbiamo interpretato il mondo, siamo stati come ciechi, adesso è l'età del vedere.
E se così si mostrasse il Tempo, la memoria è il racconto di un sogno che forse indica ciò che ancora ha a venire?



LA NOTTE

1. Ricordo una vechia città, rossa di  mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'agosto torrido, con il lontano rifrigerio di colline verdi e molli sullo sfondo. Archi enormemente vuoti di ponti sul fiume impaludato in magre stagnazioni plumbee: sagome nere di zingari mobili e silenziose sulla riva: tra il barbaglio lontano i un canneto lontane forme ignude di adolescenti e il profilo e la barba giudaiaca di un vecchio: e a un tratto dal mezzo dell'acqua morta le zingare e un canto, da la palude afona una nenia primordiale monotona e irritante: e del tempo fu sospeaso il corso...

[ Inizio de "La Notte"  nei Canti Orfici, Dino Campana]