1917-2017 Pietro Grossi
Centenary of birth
Sperimentatore pioniere.
Il futuro teorizzato si è avverato,
musica elettronica, computer music, Internet, midi mp3...
Sua la prima esperienza al mondo di
telematica musicale condotta nel 1970 fra la Fondazione Manzù di
Rimini e il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico di
Pisa, forse il primo “audio streaming” prima della realtà
musicale di Internet.
Sperimentò le prime tecniche di
“taglia e cuci” con nastro magnetico, anticipò il
“campionamento” lavorando su frammenti tratti dalla pubblicità
di speaker radiofonici in un surreale “blob-music” (“Sketch”),
continuò con l'idea di una libera circolazione della musica
assemblando e sovrapponendo i lavori di altri compositori
(“Collage”).
Riteneva la musica non una “proprietà”,
arrivato Internet dal 1996 lascia i suoi programmi liberi di essere
scaricati. Negli anni ottanta fonda l'idea della HomeArt in cui
ognuno può crearsi la propria “arte domestica”: programmi
scritti in un linguaggio comunissimo e con poche istruzioni per
creare con procedure pseudo-casuali immagini, processi e sequenze
grafiche con gli stessi principi estetici della sua musica.
Ha fondato nel 1963 lo “Studio di
Fonologia Musicale di Firenze” creando subito dopo il primo corso
italiano di “musica elettronica” al conservatorio Cherubini.
Manifesto della Homeart (1986):
«Homeart, suggerita dal personal computer, porta al più
elevato grado di autonomia decisionale oggi concepibile le
aspirazioni e le possibilità artistiche latenti in ognuno di noi. La
casa, lo spazio personale, la privacy, possono essere forgiati e
riforgiati secondo i dettami della fantasia personale e con l'ausilio
di quella "artificiale". L'impiego "amichevole"
del pc è un sufficiente stimolo all'azione e più lo sarà la
condizione operativa del futuro.Lo slogan Il computer ci libera dal genio altrui ed accresce il nostro è dunque sotto interessante verifica.
Breve descrizione di un'esperienza: Siedo al computer di casa e lo inizializzo. Trasferisco in memoria un programma residente in dischetto e lo lancio. Fruisco dell'elaborato ( suono, segno, colore ) e a mio piacere lo interrompo. Pongo fine all'esperienza oppure attuo modifiche venutemi alla mente o suggeritemi dai risultati ottenuti. Produco per me stesso: Accetto lo strumento di cui posso disporre, ne analizzo le possibilità operative e, nell'ambito consentitomi, progetto. Affidabilità, destrezza, velocità, fantasia-ineguagliabili anche nel caso del più semplice sistema di elaborazione dei dati-annullano eredità e problemi secolari e mi spronano a utilizzare nei particolari più riposti il terreno di lavoro disponibile. La verifica immediata stimola la ricerca di nuove soluzioni. Per inclinazione personale progetto prevalentemente programmi ad elaborazione illimitata e, per quanto ne so e mi è consentito dallo strumento, con coefficienti di variabilità tali da tener desto il mio interesse. La soddisfazione delle attese personali costituisce l'essenza dell'operazione che sto descrivendo: essa pone in evidenza le potenzialità creative latenti in ognuno di noi, ne promuove lo sviluppo, suggerisce le vie e gli strumenti di lavoro idonei alla libera estrinsecazione dei più appaganti moti della fantasia: i propri. Una sorta di privacy artistica che non attende, non richiede, ignora la reazione altrui.
Questa è, o potrebbe essere la HOMEART: relax mentale e, insieme, momento di impegno per la creazione del proprio ambiente di lavoro/studio/riposo tramite suono, segno, colore»
http://www.temporeale.it/produzione/662-tempo-reale-1917-2017-pietro-grossi-l-istante-zero.html