ONE HUNDRED YEAR FROM THE RUSSIAN REVOLUTION
“...Alle 5,30 del mattino si
presentava alla tipografia dei bolscevichi, con un distaccamento di
junkers, un
commissario del governo, che, dopo aver sbarrato le uscite, faceva
veder un ordine dello stato maggiore che intimava la sospensione
immediata dell'organo centrale e del giornale Il soldato. Che
cosa? Come? Lo stato maggiore? Ma esiste ancora? Qui non si accettano
ordini che non siano controfirmati dal Comitato militare
rivoluzionario. Ma tutto fu inutile: i clichés furono
spezzati e il locale venne sigillato. Il governo otteneva un primo
successo.
Un operaio e un'operaia della
tipografia bolscevica giungono senza fiato allo Smolny e vi trovano
Podvoisky e Trotsky: se il comitato fornisce loro un reparto della
Guardia contro gli junkers, gli operai assicureranno la
pubblicazione del giornale. Si trova subito il modo di dare una prima
risposta all'offensiva del governo. Si redige un ordine per il
reggimento Litovsky: inviare immediatamente una compagnia a difesa
della tipografia operaia Gli inviati della tipografia insistono
perché entri in azione anche il sesto battaglione di guastatori: è
vicinissimo e si tratta di amici fedeli. Il fonogramma è trasmesso
immediatamente alle due destinazioni.
Gli uomini del Litovsky e i
guastatori entrano in azione senza perder tempo. I sigilli apposti al
locale sono strappati, le matrici vengono rifuse, il lavoro ferve. Il
giornale proibito dal governo esce con qualche ora di ritardo sotto
la protezione delle truppe di quel comitato, per cui era stato
spiccato un mandato di arresto. Ormai era l'insurrezione. Ed è
proprio così che si sviluppa.
Nel frattempo, l' incrociatore Aurora
chiede allo Smolny se deve
uscire in mare o restare nelle acque della
Neva. Gli stessi marinai che in agosto avevano difeso il palazzo
d'Inverno contro Kornilov, ardono ora dal desiderio di saldare i
conti con Kerensky...”
from “Hystory of the Russian Revolution”
by Lev Trotsky